APPRENDIMENTO DIGITALE, AI

Più di 30 statistiche sulla cybersecurity nell’istruzione italiana

Indice

  1. Key takeaways
  2. Cosa significa “sicurezza online nell’istruzione”
  3. Perché le scuole italiane sono un bersaglio crescente 
  4. Le principali statistiche sulla cybersecurity nell’istruzione in Italia (2022-2025)
  5. Cosa significano queste statistiche per studenti, famiglie e insegnanti
  6. Come migliorare la cybersecurity educativa in Italia: consigli pratici
  7. Conclusione

La scuola di oggi è iperconnessa: registri elettronici, piattaforme didattiche, App per studiare, cloud per compiti e verifiche. In questo contesto, statistiche sulla cybersecurity nell’istruzione non sono un dettaglio tecnico, ma la bussola per prendere decisioni intelligenti, che tu sia studente o studentessa, genitore, insegnante o dirigente. In questo articolo analizziamo i dati italiani più recenti, esploriamo perché la sicurezza online nell’istruzione è una dimensione imprescindibile, e suggeriamo come affrontare concretamente la sfida.

Key takeaways: sicurezza informatica negli istituti italiani

  • Il settore istruzione in Italia è tra i più colpiti da attacchi informatici: la media settimanale degli attacchi nelle organizzazioni dell’istruzione è di 4.730 nella prima metà del 2024.

  • Cybersecurity compare sempre più tra le materie del futuro da inserire nei curricula, insieme all’IA, secondo il Report GoStudent 2025.

  • Una parte significativa degli attacchi proviene da phishing via email, che da solo rappresenta circa il 68% dei casi nel settore istruzione in Italia.

  • L’adozione di policy e strumenti di sicurezza nelle scuole italiane è ancora insufficiente rispetto alla velocità con cui cresce la minaccia.

  • Studenti e studentesse, famiglie, docenti devono considerare la sicurezza online come parte della formazione, non un extra, perché sviluppare competenze digitali è parte delle materie del futuro anche in Italia.

  • È possibile mettere in campo azioni concrete senza un budget enorme: serve attenzione, coerenza, cultura della sicurezza.

Fonti: Securityopenlab, Report sul futuro dell'istruzione GoStudent, Toptrade,

1. Cosa significa “sicurezza online nell’istruzione"

1.1 Perché la cybersecurity educativa è centrale nel contesto italiano

In Italia, il sistema scolastico e universitario gestisce una grande quantità di dati: anagrafiche, voti, presenze, dispositivi degli studenti e delle studentesse, piattaforme cloud, identità digitali (es. SPID, carta dello studente). Ogni volta che accediamo a registro elettronico, partecipiamo a una lezione da remoto o carichiamo un compito online, entra in gioco la dimensione della sicurezza online nell’istruzione. Non si tratta solo di prevenire hacker, ma anche di offrire agli studenti e alle studentesse strumenti e informazioni per diventare cittadini e cittadine digitali consapevoli.
Inoltre, nel contesto italiano, la trasformazione digitale ha accelerato (anche a causa della DAD/DDL), quindi le vulnerabilità si sono ampliate e i dati lo confermano.

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1.2 Le componenti chiave della sicurezza online nell’istruzione

La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella tutola degli adolescenti.

  • Protezione tecnica: firewall, antivirus/EDR, segmentazione della rete, aggiornamenti regolari.

  • Gestione degli accessi: MFA, account personali distinti, credenziali sicure.

  • Policy e governance: formazione del personale, indicazioni chiare, piani di continuità.

  • Educazione digitale per studenti e studentesse: riconoscere phishing, usare password, comportamento online responsabile.

  • Monitoraggio e risposta: rilevazione incidenti, backup, piani di incident response.

Un gruppo di studenti è impegnato nello studio della cybersecurity, circondato da computer e materiali didattici. Questi ragazzi si concentrano su temi di sicurezza informatica, sviluppando competenze fondamentali per affrontare i rischi e le sfide del mondo digitale.

2. Perché le scuole italiane sono un bersaglio crescente

2.1 Le vulnerabilità tipiche “a scuola”

  • Infrastrutture datate o eterogenee: molte scuole italiane hanno device, sistemi e reti messi insieme rapidamente, con poca standardizzazione.

  • Molti utenti non specialisti: studenti e studentesse, personale amministrativo, insegnanti, tutti partecipano al “perimetro digitale” scolastico.

  • Ecosistema EdTech in espansione: sempre più piattaforme, App, servizi cloud esterni che ampliano la superficie di attacco.

  • Budget spesso limitati per sicurezza specifica: spesso la scuola investe più sulla didattica digitale che sulla protezione, lasciando margini di vulnerabilità.

2.2 Gli attacchi più comuni nel settore educativo

  • Email di phishing: in Italia circa il 68% degli attacchi nel settore istruzione derivano da posta elettronica.

  • Attacchi generati da domini scolastici falsi: ad esempio nel 2024 sono stati creati in Italia oltre 12.000 nuovi domini collegati all’istruzione, di cui 1 su 45 considerato dannoso o sospetto.

  • Ransomware e furto dati: ad esempio per il settore education in Italia la media settimanale degli attacchi nel settore “Education/Research” ha superato 4.700 nella prima parte del 2024.

Fonti: SecurityInfo, Securityopenlab

3. Le principali statistiche sulla cybersecurity nell’istruzione in Italia (2022-2025)

3.1 Dati generali per il sistema educativo italiano

  1. Nel periodo gennaio–luglio 2024, il settore istruzione in Italia ha registrato una media di 4.730 attacchi informatici settimanali per organizzazione, superando del 53,2% la media mondiale (3.086 attacchi).

  2. Sempre nel 2024, il numero di nuovi domini “istruzione” in Italia (12.234) è aumentato del 9% rispetto all’anno precedente; 1 su 45 di questi domini è risultato dannoso o sospetto.

  3. Secondo il report del CLUSIT (Rapporto 2024), il settore istruzione-ricerca ha visto un aumento degli attacchi del 46,8% nel 2020 rispetto al 2019 in Italia.

3.2 Dati specifici per scuole primarie e secondarie

  1. In Italia, nel settore istruzione/ricerca, sono stati segnalati quasi 3.000 attacchi settimanali negli ultimi sei mesi (dato riportato nel 2022 da Check Point), segnale che la situazione non è più isolata.

  2. Non è disponibile un dato pubblico recente che separi primarie e secondarie con precisione in Italia, ma i dati europei suggeriscono che le scuole “inferiori” abbiano ancora maggiori lacune in protezione tecnica.

  3. In Italia, si segnala che le scuole sono fra i bersagli privilegiati per campagne di phishing all’inizio dell’anno scolastico (settembre) e in momenti di transizione didattica digitale

3.3 Dati relativi all’istruzione superiore/universitaria

  1. Anche a livello universitario, la proliferazione di servizi digitali (e-learning, accessi da remoto) ha aumentato la superficie di attacco: occorre tenerlo conto nelle policy.

  2. Un dato specifico: in Italia gli attacchi ai fornitori (supply-chain) collegati alle università non sono spesso rendicontati pubblicamente, ma il contesto riportato indica che i fornitori EdTech sono un vettore crescente.

3.4 Dati su studenti, studentesse, famiglie e personale scolastico

  1. Nel 2024, sono stati segnalati 868 attacchi malware in Italia che hanno colpito studenti e corpo docente, tramite email, gruppi scolastici o piattaforme didattiche.

  2. Una percentuale crescente di genitori e insegnanti italiani segnala che la formazione su cybersecurity è “insufficiente” o solo informale.

  3. Non esiste un dato nazionale aggiornato che indichi la percentuale esatta di scuole italiane con policy di cybersecurity formali, segnale che più trasparenza e censimenti sono necessari.

3.5 Dati relativi alle competenze digitali e alle materie del futuro

  1. Secondo il documento sul Piano nazionale scuola digitale (PNSD), l’Italia ha rilevato che le competenze digitali (base) degli studenti erano al 47% rispetto alla media europea nel 2015.

  2. In Italia si segnala una forte spinta a integrare nei curricula competenze come cittadinanza digitale, media digitali e uso responsabile degli strumenti tecnologici, elementi che includono implicitamente la cybersecurity.

  3. Non esistono dati pubblicati recenti che quantifichino la percentuale di scuole italiane che insegnano esplicitamente “cybersecurity educativa” come materia, segno di potenziale crescita.

  4. Nel contesto della formazione docenti in Italia, la necessità di competenze sull’IA e digitale è riconosciuta: ad esempio un articolo del 2025 segnala che “la formazione dei docenti richiede competenze tecniche ed etiche per utilizzare strumenti intelligenti”.

Fonti: Securityopenlab, SecurityInfo, Cybergon, Azienda Digitale, Cybersecurity360

4. Cosa significano queste statistiche per studenti, famiglie e insegnanti

  • Per lo studente e la studentessa: la “sicurezza online” non è opzionale. Saper riconoscere phishing, gestire password e MFA, proteggere la privacy è parte dell’alfabetizzazione digitale, come leggere e scrivere.

  • Per la famiglia: molte minacce arrivano via email, App e dispositivi domestici. Se a casa non c’è MFA o i dispositivi non sono aggiornati, l’anello debole si trasferisce a scuola tramite gli account.

  • Per insegnanti e scuola: i dati su policy e antimalware mostrano che le basi (policy, backup, test di ripristino, MFA) fanno davvero la differenza. La formazione di docenti e personale amministrativo è la prima barriera.

5. Come migliorare la cybersecurity educativa in Italia: consigli pratici

Per studenti e studentesse

  • Attiva l’autenticazione a più fattori (MFA) sul registro elettronico, sulla email scolastica, sulla piattaforma didattica.

  • Usa password uniche e lunghe (frase di 3-4 parole) o un password manager gratuito se possibile.

  • Aggiorna sempre i dispositivi che utilizzi per la scuola: sistema operativo, browser, plugin.

  • Sii prudente quando clicchi link in email: se ti arrivano documenti “registro” o “nota genitori”, controlla prima il mittente e l’URL.

Per famiglie

  • Verifica che a casa tutti i dispositivi (PC, tablet, smartphone) usati per la didattica siano aggiornati e protetti.

  • Configura il Wi-Fi di casa con password robusta e, se possibile, segmenta la rete (una parte per la didattica, una per il resto).

  • Spiega al tuo figlio o alla tua figlia cosa sono phishing e social engineering: pochi minuti insieme ogni settimana possono fare la differenza.

  • Chiedi alla scuola un piano di chiarimento su “cosa succede in caso di attacco”: esempio pratico, quando arriva una email falsa, chi avvisa famiglie, chi blocca la piattaforma?

Per insegnanti, segreterie e dirigenti scolastici

  • Formalizza una policy di cybersecurity: definisci ruoli, responsabilità, processi di incident response.

  • Introduci MFA per tutto il personale e, se possibile, per gli studenti e le studentesse.

  • Effettua backup regolari e verifica che possano essere ripristinati entro tempi accettabili (es. 24-48 ore).

  • Avvia programmi di sensibilizzazione: brevi moduli mensili su phishing, password, identità digitale, uso sicuro delle piattaforme.

  • Verifica tutti i fornitori (EdTech, piattaforme cloud, servizi di registro): richiedi SLA chiari, verifica la proprietà dei dati, chiedi se c’è un piano di incident response.

  • Segmenta la rete scolastica: separa la rete amministrativa da quella didattica e da quella degli ospiti.

  • Simula almeno una volta all’anno un “esercizio di sicurezza”: ad esempio cosa succede se un server importante va offline o se un account di insegnante è compromesso?

Conclusione

Le statistiche dicono una cosa chiara: sicurezza online a scuola non è un tema “IT”, ma un compito educativo. Il settore education resta tra i più attaccati; i costi di un data breach sono alti e i picchi stagionali (back-to-school) sono prevedibili. Allo stesso tempo, gli indicatori europei (ENISA) e i segnali dal Report GoStudent 2025 mostrano che stiamo maturando: policy più diffuse, piani di continuità, attenzione a cybersecurity come materia del futuro insieme all’IA.

Il passo successivo? Portare queste pratiche in classe e in famiglia: micro-lezioni pratiche, MFA ovunque, backup verificati, scelta consapevole dei fornitori, e piani di risposta collaudati. Se vuoi costruire un piano di studio personalizzato su questi temi, per te, per tuo figlio o tua figlia, o per la tua classe. puoi iniziare con lezioni mirate con un tutor e poi consolidare con esercizi brevi e ripassi. Le ripetizioni personalizzate sulla sicurezza digitale rendono concrete le abilità del futuro: autonomia, responsabilità, pensiero critico.

Imparare a stare al sicuro online non è “extra”, è parte dell’istruzione di qualità. E si può iniziare oggi.

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